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Le icone sono veri e propri “trattati di teologia a colori”. Di conseguenza è necessario saperne interpretare il linguaggio, avere accesso a strumenti adeguati all’interpretazione dei simboli presenti e alla loro corretta lettura.

La tradizione, parlando di "icona" insegna che si tratta di un evento che impegna direttamente Dio, non solo in quanto "oggetto" rappresentato, ma anche come soggetto operante. E’ lo Spirito Santo il vero iconografo. Lo Spirito Santo, guida la mano dell’artista, tanto che per questo motivo, un icona non si firma e non si data. L’autore è lo Spirito Santo, l’uomo presta le sue mani, il suo corpo, il suo spirito, le sue capacità. 

La funzione di un icona è liturgica.  Il Concilio dell’860 afferma che: ciò che il Vangelo ci dice con la parola, l’icona ce lo annuncia con i colori e ce lo rende presente. Un icona sacra ha come fine la preghiera. Deve suscitare la meditazione di chi la contempla e di chi la scrive. Dunque un vero iconografo, deve essere uomo spirituale e secondo gli insegnamenti degli antichi maestri, pregare durante l’esecuzione dell’opera. Non tutti possono essere iconografi, e non è sufficiente avere buone propensioni artistiche, ma è necessario un profondo cammino ascetico, morale e religioso.

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