Quella volta che... la “dama Azul” evangelizzò il Nuovo Mondo senza mai uscire dal suo convento in Spagna.
"Quella volta che..." è una rubrica dedicata a raccontare episodi straordinari e spesso poco conosciuti della storia. Ogni articolo svela momenti in cui il destino ha preso una svolta inaspettata!
Vorrei raccontarvi brevemente la storia di una mistica spagnola del XVII secolo che divenne nota per le sue incredibili esperienze spirituali. In parte esse sono state raccolte in scritti come la “Mistica città di Dio”, un testo molto rilevante sotto l’aspetto teologico, in cui la venerabile spagnola, racconta la vita della Madre di Dio e gli eventi della Passione di Gesù secondo quanto la SS. Vergine stessa le avrebbe rivelato in alcune visioni. Tutta la vita della venerabile di Ágreda è costellata di fatti prodigiosi, sembra che abbia perfino descritto con precisione la Terra vista dallo spazio! Ma è nota soprattutto per degli eventi che riguardano le missioni cattoliche francescane del centro America. Nella prima metà del XVII secolo, questa giovane monaca spagnola, poco più che ventenne, divenne protagonista di un evento straordinario che segnò profondamente la storia dell'evangelizzazione nel Nuovo Mondo.
Nel 1630, un frate francescano portoghese fece una scoperta straordinaria nel Nuovo Mondo, si chiamava Alonso de Benavides. Capitava che, quando i missionari, specie i frati, si recavano ad evangelizzare zone non ancora raggiunte dalle missioni, quando incontravano gli indios, per prima cosa mostravano loro la santa croce. Ma quale stupore dovettero provare i frati quando, al mostrare la croce agli indigeni Xumanas, questi riposero mostrando a loro volta le loro! Stupore ulteriormente accresciuto dal fatto che, nessun missionario, si era mai spinto così in profondità in quei territori inesplorati. Parlando con gli indigeni, dissero che avevano realizzato delle croci con i rami, seguendo le istruzioni di una “Signora vestita d’azzurro” che aveva parlato loro di Dio. Il frate, Alonso de Benavides, era perplesso: questi indigeni non avevano mai avuto contatti con evangelizzatori, eppure già erano stati introdotti alla fede cristiana.
Indagando ulteriormente, Benavides chiese ai nativi di descrivergli questa misteriosa “Signora vestita d’azzurro”. Dopo molte ricerche, scoprì che si trattava di Suor María de Jesús, una suora che viveva nel monastero di Ágreda, in Spagna, a più di 15.000 chilometri di distanza. La cosa più sorprendente era che Suor María non aveva mai lasciato il convento. Eppure, gli indios raccontavano di averla vista tante volte e che ella parlando nella loro lingua aveva loro spiegato tante cose sul Vangelo e sugli insegnamenti cristiani, tanto da far nascere in loro il desiderio di essere battezzati. Come poteva Maria de Ágreda essere presente in due luoghi così distanti?
Il dono della bilocazione
La vita di Suor María de Jesús de Ágreda è avvolta nel mistero. Le altre suore del convento raccontavano che entrava regolarmente in estasi e che parlava dei suoi viaggi spirituali in terre sconosciute. La sua testimonianza si diffuse rapidamente, attirando l'attenzione del Tribunale del Sant’Uffizio, che investigò gli eventi e confermò la veridicità delle sue esperienze. Si trattava di bilocazione, un dono mistico che permette di essere presenti spiritualmente in due luoghi contemporaneamente.
Un'influente consigliera reale
Suor María Jesús de Ágreda divenne una figura importante e conosciuta all’epoca. Re Filippo IV la considerava una consigliera di grande saggezza. Dopo la perdita del figlio maggiore, Baltasar Carlos d’Austria, il re, afflitto dal dolore, cercò conforto nella religiosa. Questo incontro segnò l'inizio di un rapporto d’amicizia e di corrispondenza, testimoniato da numerose lettere conservate fino ai giorni nostri.
Un corpo incorrotto e opere mistiche
Il corpo di Suor María de Jesús de Ágreda è ancora conservato incorrotto nel convento dove fu badessa. È esposto al pubblico dal 1665 e lei è conosciuta come La Venerabile, Suor María de Ágreda. I suoi scritti, tra cui l'opera più famosa “Mistica città di Dio”, sono tra i più importanti della mistica cattolica.
Nonostante la “Mistica città di Dio” fosse inizialmente proibita dall'Inquisizione, dopo un accurato studio fu rimossa dall'Indice dei libri proibiti e oggi ha l’imprimatur della Chiesa cattolica. L'opera esalta la spiritualità mariana, il culto della Madre di Dio.
Il museo e il monastero di Ágreda
Oggi è possibile visitare il monastero e il museo dedicato a Suor María de Jesús nella città di Ágreda, a Soria, in Spagna. Questi luoghi offrono uno sguardo sulla vita straordinaria di questa mistica, le cui apparizioni nel Nuovo Mondo hanno segnato un capitolo importante nella storia dell'evangelizzazione.
Le apparizioni agli indiani del Texas
Tra il 1620 e il 1631, Suor María de Jesús de Ágreda apparve agli indigeni del Texas, convertendoli al cristianesimo e inducendoli a chiedere il battesimo ai missionari francescani del Nuovo Messico. Queste apparizioni, più di cinquecento, furono accompagnate da prove materiali, come i rosari che lasciò agli Xumanas.
Quando i francescani del Nuovo Messico ricevettero delegazioni di indigeni Xumanas, stanziati a oltre 500 km di distanza, che chiedevano missionari, furono sorpresi di scoprire che una donna avvolta in luce e vestita d’azzurro aveva insegnato loro la fede cristiana. Tuttavia, i frati, insufficienti di numero, non poterono immediatamente soddisfare la richiesta. Nel 1629, sei anni dopo la prima ambasceria, cinquanta membri della tribù Xumanas si presentarono di nuovo ai frati con la stessa richiesta. Raccontarono di una donna giovane e bella che appariva loro avvolta in una luce splendente. Spaventati, le avevano scagliato frecce, senza causarle alcun danno. La donna, parlando nella loro lingua, li aveva istruiti nella religione cristiana e li aveva esortati a chiamare i missionari per farsi battezzare. Questa donna era Suor María de Jesús de Ágreda, che appariva loro nonostante non avesse mai lasciato il suo convento in Spagna. Il numero totale dei battezzati grazie alle sue apparizioni superò i 20.000.
Documentazione Storica e Incontri con Maria de Ágreda
Le apparizioni di Maria de Ágreda sono ben documentate. Tra i documenti storici di rilievo vi sono la relazione del padre Benavides al re Filippo IV di Spagna nel 1629 e la relazione autografa della madre de Ágreda del 1631. Padre Benavides, rientrato in Europa, visitò Maria de Ágreda a Ágreda nel 1631. Nei loro colloqui, la suora descrisse con precisione i frati francescani del Nuovo Messico e gli eventi evangelizzatori, confermando i racconti dei testimoni con elementi che non avrebbe potuto conoscere se non li avesse visti di persona. Era lei, la “dama Azul” che aveva catechizzato gli indios.
Breve vita di Maria de Ágreda
Maria Coronel Arana, nata il 2 aprile 1602 a Ágreda, proveniva da una famiglia di nobiltà decaduta. La sua famiglia trasformò la casa in un convento delle Concezioniste francescane. Fin dal noviziato, Maria ebbe esperienze mistiche eccezionali, tra cui visioni di Dio e della Trinità, accompagnate da frequenti assalti demoniaci. Pronunciò i voti nel 1620 e visse nel monastero dell'Immacolata Concezione, ricoprendo per trentacinque anni la carica di Abadessa. Le sue apparizioni, in cui indossava il tradizionale mantello azzurro dell'ordine, furono associate a eventi prodigiosi come levitazioni, essudazioni ed estasi.
Conclusioni
Le bilocazioni di Maria de Ágreda si conclusero nel 1631, parallelamente alle manifestazioni estatiche. Questi eventi, contemporanei all'espansione dell'evangelizzazione nel Nuovo Mondo, richiamano i prodigiosi viaggi dei primi tempi del cristianesimo. La fama della monaca concezionista francescana, con i suoi fenomeni mistici e la sua influenza spirituale, continua a suscitare interesse e interrogativi fino ai giorni nostri. La memoria di Maria de Ágreda, con i suoi tratti e motivi, rimane un elemento affascinante della storia religiosa e mistica del XVII secolo.