L'Iconografia non un hobby, ma una via di santità
Dal diario dell'Accademia Santu Jacu
Premessa importante
Questa nostra comunicazione non vuole in alcun modo essere una critica o un giudizio verso il lavoro degli altri iconografi, in particolare di quei maestri che, con competenza, dedizione e onestà, si impegnano da anni nella trasmissione dell’arte iconografica. Siamo consapevoli che esistono diversi modi di intendere e vivere l’iconografia, e ognuno è libero di scegliere il proprio percorso, secondo la propria sensibilità e formazione.
Noi abbiamo scelto di viverla come una vera vocazione, un cammino spirituale che attinge anche all’esperienza monastica. È una scelta personale, profonda, che non vuole essere un modello da imporre, ma semplicemente la via che sentiamo nostra. Il nostro desiderio è quello di custodire e trasmettere l’iconografia nel rispetto della sua sacralità, nella verità della fede e nella bellezza della tradizione viva della Chiesa.
Ricordiamo con commozione e rispetto il coraggio degli iconografi che, nel periodo dell’iconoclastia, hanno affrontato la prigione, le torture e perfino la morte per difendere la dignità e la verità dell’icona. Alcuni furono mutilati, accecati, le mani tagliate perché non potessero più dipingere, altri bruciati vivi insieme alle loro opere. Hanno versato il loro sangue per testimoniare che l’icona non è semplice arte religiosa, ma teologia visiva, sacramento per gli occhi, mistero incarnato. Anche per onorare la loro memoria, ci impegniamo a non cedere a fantasie, a stilizzazioni arbitrarie o a libertà personali che svuotano l’icona della sua verità profonda, riducendola a una pittura devozionale.
Vogliamo invece custodirne i canoni, il simbolismo, il linguaggio teologico, e rispettare perfino i materiali tradizionali, che non sono scelti a caso ma portano in sé un significato liturgico e spirituale, perché la materia stessa, trasfigurata, partecipa al mistero che l’icona rende visibile.
L'Iconografia non un hobby, ma una via di santità
In questi ultimi corsi che abbiamo organizzato, durante i colloqui personali e nei numerosi messaggi ricevuti per richiedere informazioni, abbiamo provato con crescente frequenza un senso di amarezza. Non per le persone in sé, che spesso si avvicinano con entusiasmo sincero, ma per le motivazioni superficiali che, troppo spesso, le spingono a voler partecipare a un corso base di iconografia. Capiamo anche che il problema non riguarda solo l’iconografia ma più in generale il modo con cui oggi si vive la fede e la spiritualità, con un atteggiamento spesso solo emotivo e sentimentale, molto lontano dalla rigorosità, disciplina e ortodossia che il cammino iconografico richiede.
Siamo stanchi. E profondamente delusi.
Delusi nel vedere come l’iconografia venga spesso trattata con leggerezza, come se fosse semplicemente un corso di pittura tra tanti. Ma l’iconografia non è questo. Non può esserlo. Non è decorazione sacra né esercizio artistico fine a sé stesso. È una via, una disciplina dello spirito, una preghiera fatta immagine, un cammino di santificazione.
C’è molta confusione oggi — non solo nei contenuti, ma anche nel linguaggio. Termini usati a sproposito, concetti semplificati fino a perderne il senso, proposte formative che riducono l’iconografia a livelli: base, avanzato ecc…
Quante volte abbiamo sentito parlare di “corso di icone bizantine”? Ma “bizantino” in che senso? È un periodo storico, non uno stile. Bisognerebbe saper distinguere tra scuole e periodi. L’iconografia è più vasta e profonda.
Esistono infatti molte scuole iconografiche, ciascuna con la sua identità e caratteristiche: le scuole russe, con la propria solennità austera e contemplativa; quelle greche, con il loro splendore liturgico e la forza luminosa dei loro colori; la scuola serba, la romena, la georgiana, la copta…
Ci sono persone che insegnano iconografia ma non sanno riconoscere un’icona cretese da una macedone; non conoscono le differenze tecniche e stilistiche tra un’icona di Panselinos e una di Teofane il cretese, spesso non si ha nemmeno la minima formazione teologica sull’icona.


Eppure, i corsi di iconografia sono ormai esplosi ovunque. Conoscere e comprendere richiede studio, tempo, dedizione. Non si può pretendere di abbracciare tutto questo in un semplice corso base. E nemmeno attraverso una divisione in “livelli”, che spesso si limita a cambiare il formato della tavola o il soggetto rappresentato, lasciando immutato il livello di profondità spirituale e artistica. Ad ogni corso cambia il grado di difficoltà del soggetto da dipingere ma non migliora il livello raggiunto dall’allievo.
Ecco perché, con tanti sacrifici e incomprensioni ci battiamo da anni per fare in modo che gli allievi che si affidano alla nostra guida, capiscano la necessità di passare dalla tipologia formativa “corso breve” a quello di “scuola”. La differenza tra queste due modalità è soprattutto data dalla completezza e dalla continuità che quest’ultima modalità ti permette di offrire.
Se qualcuno desidera partecipare ad un nostro corso di iconografia, è importante che lo faccia con piena consapevolezza: studiare iconografia è un lungo pellegrinaggio. Richiede conversione del cuore, esercizio tecnico costante, formazione teologica seria.
Per questo abbiamo reso disponibili ai nostri allievi dei videocorsi di formazione in teologia dell’icona, fondamentali per comprendere davvero ciò che si dipinge e perché. Lo studio teologico non è un accessorio, ma una componente essenziale del percorso, inseparabile dall’esercizio artistico e dalla maturazione interiore.
Non si tratta di produrre immagini da esibire, né di collezionare “like” sui social. L'icona nasce dalla preghiera e porta alla preghiera. È frutto di silenzio, di ascesi, di un lavoro interiore continuo.
Per noi, seguire un allievo non significa solo accompagnarlo tecnicamente, ma prenderci cura anche della sua crescita interiore, del suo cammino spirituale.
Un’attenzione che abbiamo maturato nel tempo, anche grazie alla nostra esperienza passata nella vita religiosa, e che ci porta ad accostarci a ciascuno con rispetto, discernimento e discrezione, come si fa con chi cerca un sentiero di fede autentico.
Per questo sentiamo una grande responsabilità: non solo nel trasmettere l’arte, ma nel custodire l’anima dell’icona e di chi vi si accosta.
Per tutte queste ragioni, oggi sentiamo il bisogno di fermarci. Di prenderci una pausa, di riflettere e discernere. Abbiamo deciso di sospendere i corsi per principianti e di proseguire, in forma individuale, la formazione continua, solo con quegli allievi che da anni stanno percorrendo con serietà e profondità questo cammino spirituale e artistico e con i nuovi che desiderano davvero impegnarsi. Il nostro è e resterà un laboratorio di iconografia dove la finalità è la crescita umana e spirituale degli allievi, non è stato e non sarà mai un luogo in cui si viene ad occupare il tempo libero. Al centro della nostra proposta formativa c’è la persona e non l’oggetto.
Pur sospendendo temporaneamente i corsi di iconografia per principianti, continueremo a proporre incontri di spiritualità dell’icona, aperti a tutti, come occasione di formazione, riflessione e approfondimento. Sentiamo infatti il dovere di contribuire, per quanto possiamo, a divulgare nel modo più autentico e rispettoso la conoscenza di quest’arte liturgica, che è patrimonio vivo della Chiesa e via di contemplazione.
Nel frattempo, attiveremo i corsi di tecniche antiche — tempera all’uovo su tavola, affresco, mosaico — in un contesto più libero, dove la dimensione spirituale non sarà un requisito indispensabile. Questo ci permetterà di condividere il sapere tecnico senza il peso della responsabilità spirituale che sentiamo, in modo forte, durante i corsi di iconografia.
Perciò, il nostro non è un addio. È un tempo di silenzio e di preghiera. Un tempo per custodire il fuoco. Perché l’iconografia non sia ridotta a forma senz’anima, ma continui a vivere come ciò che è: una luce che nasce nel cuore dell’uomo e si fa visione del divino.
Michele e Emanuela